Ogni anno quando ci si avvicina a San Valentino, spuntano le classifiche dei cibi afrodisiaci come se Afrodite si risvegliasse solo una volta all’anno e noi avessimo bisogno di lei solo in questa occasione.

In questi giorni mi hanno chiesto di dare qualche ricetta e qualche indicazione, ma io di questo ne avevo già scritto a suo tempo, partendo da alcune più o meno verità. Perché si è vero che ci sono dei cibi che stimolano il desiderio attraverso, per esempio, l’innalzamento della pressione sanguigna o perché ricordano forme falliche o la carnosità delle donne.

Ma per tutti questi approfondimenti vi mando a leggervi Quali sono i cibi afrodisiaci.

Quello che secondo me è più veritiero ed interessante approfondire è il significato del termine “afrodisiaco” in relazione al cibo.

Afrodisiaco

afrodiṡìaco agg. e s. m. [dal gr. ἀϕροδισιακός «sessuale», der. di ᾿Αϕροδίτη «Afrodite», la divinità greca dell’amore, corrispondente a Venere della mitologia romana] (pl. m. –ci). – Che eccita o aumenta il desiderio e il piacere sessuale: sostanza a.; ciboeffetto a. Come s. m., qualunque sostanza atta a eccitare lo stimolo sessuale (cantaridina, alcol, cocaina, oppio, ecc.).

Vocabolario Treccani

Ma quindi solo un cibo o una sostanza possono risvegliare il desiderio o è l’insieme che provoca e stimola l’eccitazione? Basta preparare un menù a base di peperoncino, cioccolato e ostriche per scatenare la fame di corpi e il travolgente bisogno di unirsi?

Tutto ciò capite bene che non basta, perché questo se mai dovesse effettivamente portare a qualche risultato, sarebbe il risultato di una performance, magari anche da applausi, ma è una performance.
Il desiderio, la sensualità e il piacere sono altro.

Per me l’idea di una cena, un pranzo, un picnic, un aperitivo insomma un momento dove si coniughi il piacere del cibo con il piacere sessuale, non si può basare su delle ricette. Eh vabbè se si basasse solo sulle ricette diciamo che avrei dei vantaggi.

Ci sono tre ingredienti indispensabili: il Desiderio, la Cura, il Piacere.

Il Desiderio

Il desiderio parte dalla nostra psiche e non certo dallo stomaco, parte da immagini che costruiamo vere e non vere, se pensiamo che nella vita avremmo certamente desiderato qualcuna o qualcuno che non abbiamo conosciuto o potuto incontrare.

Quindi il primo passo è provocare il desiderio nostro in principio e poi soprattutto il desiderio della o del nostro partner. Il desiderio è la risposta ad un bisogno di possedere quella cosa, di volerla a tutti i costi. Se c’è la conoscenza del desiderio dell’altra persona allora lo si può accrescere e ci si può concentrare sull’appagamento di tale senza pensare se questo sia afrodisiaco o meno.

Vi porto l’esempio del cioccolato che pare sia uno dei cibi più afrodisiaci; invece, il prosciutto crudo non è contemplato fra di essi. Se vuoi provocare o appagare il mio desiderio dimmi che hai a casa tua del prosciutto crudo da tagliare a coltello e hai già messo la prima marcia. Se mi dici ho una selezione di cru di cioccolati fondenti, mi sento già la gastrite che sale.

Quindi conoscere il desiderio enogastronomico dell’altra persona è fondamentale di più che conoscere l’elenco dei cibi afrodisiaci.

A volte è necessario anche provocarlo scoprendone i gusti più reconditi, cose che non ha mai assaggiato se è audace o cose che mettono sicurezza se è un po’ meno folle.

La Cura

Allora basta sapere che all’altra persona desidera il Tartufo Bianco d’Alba per innescare una carica sessuale? ovviamente no, sarebbe un compito troppo semplice.

Serve La Cura e non intesa come prescrizione medica, ma come prendersi cura di ciò che fa piacere all’altra persona. Per sapere qual è il desiderio bisogna conoscere la persona, ascoltarla, coglierne i particolari e quel momento dell’appagamento della gola va personalizzato.

La Cura è un percorso, è un’attenzione, è anche una mossa furba che nel gioco della seduzione siamo onesti la furbizia paga.

Il mio desiderio facciamo che sia quello del prosciutto crudo, facile di per sé, ma come me lo fai “possedere” questo prosciutto che desidero così tanto?
Vi do tre alternative di come potrei appagare questo mio desiderio:
– aperitivo a casa, grissini, prosciutto temperatura ambiente, bollicine fresche, musica ecc ecc;
– degustazione in una prosciutteria con diverse stagionatura, provenienze e abbinamenti pani e vini;
– gita in collina con picnic nel verde, panino buono super imbottito di crudo strepitoso.

Poi magari è sufficiente una fettina appoggiata su una fetta di pane appoggiati al bancone di bar, chi lo può dire.

In base al momento all’occasione, alla stagione, a quello che sappiamo far suscitare maggiormente il desiderio cureremo l’appuntamento afrodisiaco.

La Cura è una delle cose più sottovalutate in generale negli appuntamenti, perché è quella che richiede più impegno e anche maggior attenzione all’altro, ma è quella che può ottenere i risultati migliori.

La Cura è l’attenzione al Desiderio di cui sopra, senza la Cura il Desiderio potrebbe rimanere tale o addirittura svanire.

Il Piacere

Sedersi a tavola che sia a casa o al ristorante o comunque l’approcciarsi a consumare quel primo piacere che è quello della gola, è una delle fasi di preparazione al raggiungimento del piacere stesso. Possiamo paragonarlo al petting, al momento in cui ci si sfiora con sguardi, si stimola ulteriormente il desiderio perché di questo parliamo giusto?

In questa fase di attesa del piacere è necessario sfoderare le proprie armi migliori, dalla galanteria, all’ammiccamento, dall’uso di luci soffuse, di profumi stimolanti e se ne avete le capacità di sfoderare le vostre capacità culinarie o di brave narratrici o narratori di storie che catturano l’attenzione.

Il momento poi del Piacere chi lo può sapere quando arriva e chi può sapere se è vero o se è finto.
E chi può dire che è dato dalla cura dell’altra persona o dall’appagamento di un bisogno personale e istintivo che finisce lì dopo averlo esaudito?

La Cucina Afrodisiaca e i cibi afrodisiaci

Gli ingredienti e le ricette afrodisiache potremmo serenamente dire che non esistono, cioè non esistono se non sono completate da questi tre elementi. Perché Afrodisia è una città della Grecia e non è una teoria che possiamo valutare con dei calcoli di valori o un test attitudinale. Per cui chi misura il livello di alchimia afrodisiaca che si è creata attorno ad un piatto, un ingrediente o un menù.

Io credo di aver raggiunto degli “orgasmi enogastronomici” in situazioni che non erano propriamente sensuali, eppure quel momento, la persona, il luogo, i suoni li ricordo molto bene e per me quelli rimangono dei bocconi afrodisiaci, ma non ci sono nell’elenco.

Vorrei darvi alcuni consigli su come rendere la vostra cucina afrodisiaca, sono più delle attenzioni, ma guardate valgono di più delle ricette:

  1. siate certe e certi che gli ingredienti che utilizzate piacciano, sembra banale ma non lo è credetemi!
  2. se sapete che c’è un piatto un ingrediente preferito sceglietelo, se non lo sapete indagate;
  3. scegliete sempre qualcosa che siete sicure e sicuri di saper fare bene, sarebbero da evitare gli esperimenti soprattutto se non padroneggiate bene in cucina e se non avete confidenza con l’altra persona;
  4. non cucinate cose che fanno odori forti in casa o quantità per squadre di calcio, la pesantezza non aiuta;
  5. curate la tavola, il ritmo, i tempi, i colori e il racconto, la narrazione è metà del lavoro (senza esagerare);
  6. se volete uscire e non stare a casa curate la scelta del luogo in base alla persona che porterete;
  7. personalizzate la scelta chiedendo un tavolo preciso, fate attenzione ai dettagli del menù, accompagnate l’altra persona facendola sentire a proprio agio se c’è imbarazzo e preoccupatevi che non ci siano distrazioni che distolgano dall’obiettivo;
  8. infine, ma non è per ultimo, abbiate sempre rispetto del desiderio altrui che magari non è il vostro.

Detto ciò, non credo di aver risolto neppure questa volta il dilemma delle ricette afrodisiache, ma voglio dirvi che l’elemento enogastronomico è un elemento che contribuisce sicuramente al desiderio sessuale.

Possiamo consumare il desiderio sessuale nello stesso modo in cui consumiamo il desiderio enogastronomico e possiamo anche ricavarne lo stesso piacere.

Ma questo non è indispensabile che sia legato a San Valentino e all’amore.

Monica

“Degustare è un atto di piacere, raccontare questo piacere è un fatto artistico, ma l’unica vera opera d’arte, in definitiva, è il banchetto dell’altro. […] Proprio come una stanza contemplata nel riflesso di uno specchio magico diventa un quadro perché non è più aperta all’esterno, ma evoca tutto un mondo senza sbocchi, inscritto rigorosamente entro i bordi dello specchio e isolato dalla vita circostante, così il pasto dell’altro è racchiuso nella cornice della nostra contemplazione ed è protetto dalla linea di fuga infinita dei nostri ricordi o dei nostri progetti.”

Muriel Barbey – Estasi Culinarie