Inizia a marzo e si prolunga fino a metà giugno. Una festa unica, quello che oggi chiameremo “un assembramento” di amici del Prosecco. La Primavera del Prosecco è la festa delle Colline Patrimonio dell’Umanità, di chi le vive, le cura e che in queste colline produce quello che è il nostro nettare.
Quest’anno è tutto diverso, quest’anno è stata la Primavera del Prosecco silenziosa.
Marzo 2020
L’ultima volta che sono passata da queste parti, era il 7 marzo. Data che non possiamo dimenticare, dal giorno dopo siamo entrati nella fase lockdown. Quel giorno sono stata a Colbertaldo, le vigne iniziavano a lacrimare e nelle cantine si era nella fase dell’assaggio delle basi. Quel giorno sapevo che l’avvio della Primavera era già stato annullato. L’avvio che avviene sempre da Santo Stefano per poi muoversi e snodarsi come un meraviglioso corteo festante. Ma nessuno di noi avrebbe pensato a dei tempi così lunghi e che questa Primavera si sarebbe così trasformata.
Ho guardato in questi mesi la primavera svilupparsi nelle vigne, attraverso gli occhi dei vignaioli, che con generosità hanno mostrato l’evoluzione rapida e anche un po’ anticipata di questa stagione vegetativa. Questo 2020 ci sta un po’ prendendo in giro, chiusi in casa per due mesi, con un sole splendente e neppure una goccia di pioggia. Tempo che sarebbe stato perfetto per farsi un giro lì, comprare il nostro vino e magari mangiare qualcosa in qualche locale tipico o alle mostre della Primavera.
Mi apparivano di continuo i ricordi delle primavere passate, di quella volta che ci sono andata con gli amici toscani li ho portati a San Pietro di Barbozza, non volevano più andarsene. Quest’anno dovevano tornare in occasione della tappa del Giro d’Italia, ma ahimè sarà per ottobre forse. E poi di quella volta che l’ho fatta con la bici, correndo su e giù per le strade ripide. La bici era con la pedalata assistita, non ho più la gamba da ciclista.
In quei ricordi ci sono amici e lunghi discorsi sul Prosecco, su come viene coltivato e tante risate e abbracci a guardare tramonti spettacolari sulla pianura.

Aprile 2020
Mentre noi guardavamo con tristezza fuori dalla finestra, le vigne pedalavano veloci e aprile è finito. Lacrimazione, le prime gemme, le foglie e via via via con il caldo delle giornate, l’aria calda che fa spuntare numerosi grappoli. Guardo da casa, dalla mia scrivania, fra il triste e l’arrabbiato, i vignaioli che raccontano. Sono già passati a spollonare, pulire i filari, falciare il sovescio, spostare le arnie per far ambientare le api che l’impollinatura sarà anticipata.
Perchè nonostante noi siamo fermi, la natura no e questo dovrebbe farci riflettere molto sulla nostra impotenza come uomini.
I miei ricordi di aprile sulle Colline del Prosecco sono sempre pieni di gente, perché questo è ciò che si respira durante la Primavera del Prosecco. Festa Granda come direbbe qualcuno, festa sempre. Gli abitanti delle colline sono gente semplice, i vignaioli sono gente semplice ma che con un sorriso e quel calice carico di lavoro e di essenza ti conquistano.

Maggio 2020
8 maggio a due mesi esatti decido che è ora di tornare sulle Colline devo far visita a dei clienti. La vista delle colline rigogliose, colorate di fiori bianchi e profumati come l’acacia e il sambuco. Di fiori colorati come i papaveri, qualche fiordaliso lungo i bordi strada e quei fiori gialli che hanno nomi svariati. Le vigne sono commoventi, belle, maestose e rendono davvero tutto quell’effetto del ricamo sempre citato.
Alcuni anni fa mentre chiacchieravo con un vignaiolo e guardavamo il panorama mi disse: le vedi come sono belle le vigne, sono dei “ricami” appoggiati alle Colline.
La cosa strana di questo maggio a Valdobbiadene è che non c’è quasi nessuno per strada. Qualche auto, qualche camion, qualche trattore. Nessuna bici, nessuna vespa, poche macchine fuori dalle cantine. Manca la gente.
Mi fermo da un amico vignaiolo per fare un po’ di foto dalla sua vigna panoramica. Mi mostra quanto avanti sia la vegetazione e come i grappoli siano già formati e mi dice un po’ stizzito che tutto è in anticipo di almeno due settimane. Mentre mi fa assaggiare il suo Colfondo, gli chiedo come è stata questa Primavera.

Mi risponde con voce profonda e con lo sguardo di chi ti sta facendo una confidenza.
“La primavera c’è, il Prosecco non manca, manca quello che rende questo tempo unico: la convivialità. Mi è mancata la gente che passa lungo la strada, in bici, a piedi, in moto o in macchina e si ferma a chiacchierare. Sai questo è un tempo dove abbiamo un sacco di lavori da fare in vigna, le giornate sono lunghe e spesso una persona che si ferma e ti fa due domande è anche un modo per fare pausa. Che siano dalla Svezia, dalla Germania, dagli Stati Uniti o da Santa Lucia di Piave, a noi non cambia. A noi piace raccontarci, anche se sembriamo un po’ orsi, ma la verità è che ci piace raccontare il nostro prodotto, la nostra terra, la storia e condividere quello che sappiamo fa sorridere tutti: pane, soppressa e un buon bicchiere di Prosecco.
Sai quello che succede qui mentre fai due parole rimane nel tempo, la gente si ricorda di questo, perchè questo è quello che conta.”
Ecco l’essenza della Primavera del Prosecco è questa: la convivialità.

Primavera del Prosecco
La Primavera del Prosecco è una celebrazione, una festa che si snoda come un serpentone colorato su e giù per le colline. Gruppi che arrivano da tutto il Veneto e non solo. Gruppi che si mescolano ad altri gruppi, amici che non erano amici e diventano amici. Scarpinate in bici, a piedi su per le Rive, magari accompagnati da guide che oltre a far scoprire i percorsi fanno scoprire la storia di questo territorio. Gruppi colorati in vespa, in moto, in macchina che arrivano qui per fare festa. Gruppi che arrivano per caricare le macchine di bottiglie del vino nuovo e magari qualche altro buon prodotto della zona.
La Primavera passa da Santo Stefano, Cison, Miane, Fregona, Combai, Follina, Corbanese, Ogliano, Refrontolo insomma un abbraccio che circonda questo territorio.
E tanto Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG, che prodotto in modo eroico in queste colline è uno dei vini che va tutelato, conosciuto, promosso e sostenuto.
Va custodito insieme ai vignaioli che in questo territorio stanno facendo un lavoro di custodia delle Colline, perchè non ci sono solo vigne, ma ci sono boschi da conservare, siepi, casolari e vecchie strutture da tenere come beni preziosi.

È stata davvero una Primavera del Prosecco Silenziosa, che ricorderemo per sempre, ma sono certa che produrrà un Prosecco che invece farà parlare molto ancora di sè.
Alla prossima Primavera della quale sento già il chiacchierio in sottofondo.
Love Prosecco DOCG sempre.
Monica