Oggi abbiamo un’idea di Cucina Casalinga, che non corrisponde più all’odierna pratica di cucinare a casa. La cucina casalinga nella nostra mente corrisponde alla cucina delle nonne, delle mamme, ma è un’idea su donne e famiglie del secolo scorso, ma possiamo anche dire ferma agli anni ’70/80.
Oggi le nonne e le mamme non sono quelle di allora, le nonne di quegli anni erano nate nei primi anni dello scorso secolo, sotto i bombardamenti, la fame, la miseria e dove il divario fra il ricco e il povero e di conseguenza l’accesso al cibo, pesava sul menù. Oggi le nonne sono figlie dell’era dell’industria, del lavoro fuori casa, dello sviluppo economico e di una modernità galoppante che ha trovato il proprio riflesso anche nel modo di mangiare e di cucinare.
Le nonne e le mamme del ventunesimo secolo spesso non hanno avuto nonne o mamme vicine a loro che hanno tramandato ricette e passione per preparare il cibo per la famiglia.
Anzi spesso l’hanno demonizzato abbracciando e idolatrando la modernità e arricchendo molto l’industria alimentare.
Molto spesso ho sentito dire: ma perché devi fare la passata di pomodoro se la trovi già pronta? O vale per gli gnocchi, la pasta all’uovo e molte altre cose. Erano cose che si facevano una volta!

La cucina casalinga delle nonne
Parlo per esperienza delle mie nonne che erano dei primi del Novecento, si sono trovate a cucinare per famiglie numerose, a fare i conti con quello che c’era sia in ordine alla dispensa, che alle attrezzature e gli strumenti disponibili.
Non andavano a lavorare fuori casa, erano a casa o sui campi o dietro agli animali, con un numero di figli importante, uomini che nella gestione della famiglia erano assenti e preparare il cibo era una necessità di sussistenza per poter crescere, stare bene e lavorare.

Saper cucinare era necessario per sfamarsi, non c’era un altro metodo.
La cucina casalinga senza volerlo stabiliva anche una gerarchia nella quale si definivano i criteri di distribuzione del cibo sia in ordine alla qualità che alla quantità: uomini che lavoravano, puerpere, persone ammalate, bambini e poi via il resto, le donne se non gravide, sempre per ultime.
Questo se pensiamo alle famiglie contadine o comunque autonome.
Nelle cucine borghesi si stravolgeva tutto: abbondanza per la tavola dei padroni, le rimanenze o anche poco niente per i servitori.
La cucina casalinga era cadenzata anche dalle ricorrenze religiose e pagane, dalle stagioni, dai riti, dalle celebrazioni, dai mestieri in agricoltura e da un calendario che metteva insieme “santi e campi”.
Ma era soprattutto una scuola di economia domestica, dove bisognava imparare a fare i conti perché tutto doveva bastare e doveva essere sufficiente per sfamare tutti, ovviamente lo spreco non era contemplato.
Io sono cresciuta con questo racconto della cucina casalinga, con una nonna che era a casa e cucinava e mi insegnava e mi raccontava e una mamma che lavorava dalla mattina alla sera in un’industria alimentare.
C’è poi un aspetto che non è da sottovalutare: cucinare è prendersi cura di sé e degli altri. Procurare il cibo è un gesto atavico, così come trasformarlo e portarlo a tavola.

Oggi cos’è la Cucina Casalinga
Faccio un salto temporale dagli anni ottanta ad oggi e il panorama sociale è completamente diverso, ma la cucina casalinga esiste ancora, perché non si intende la cucina casalinga quella della nonna o della tradizione “rustica”, ma si intende ciò che ci si può cucinare a casa.
Per pensare alla cucina casalinga del 2025 dobbiamo avere in mente una visione sociale del momento dove i nuclei familiari sono sempre più piccoli, si passa molto tempo fuori casa per lavoro e svago e si dà alla preparazione dei pasti un ruolo sempre secondario.
Attenzione a questa ultima affermazione, perché sta proprio qui l’inghippo, sull’importanza che ha per noi mangiare.
Se guardiamo i social, le trasmissioni, riviste, blog e altro, sembra che si parli solo di cibo, dove si elevano massimi esperti, chef improvvisati, untori di tecniche, diete e nuove mode.
Eppure, ci dedichiamo sempre meno a prepararci da mangiare.
È un assurdo controsenso, un assurdo controsenso.
Io sento che questo infastidisce un certo pubblico, ma non è un giudizio, è una constatazione.

Qual è la Cucina Casalinga del 2025
Qui sta il cambio, cambiare la visione della Cucina Casalinga, rendendola moderna, contemporanea, fattibile, attenta alle esigenze di oggi come l’ambiente, l’etica del lavoro, la riduzione dello spreco, i consumi delle risorse, le contaminazioni sia negli ingredienti che nelle tecniche e anche il tempo da dedicarvi.
Non possiamo più cucinare ogni giorno, dobbiamo organizzarci prima di tutto con la spesa, con la creazione di uno schema che ci permetta di valutare quante volte saremo a casa durante la settimana, per evitare acquisti impulsivi dell’ultimo momento di cibi pronti e magari scadenti.
Bisogna osservare attentamente cosa consumiamo e cosa buttiamo, imparare a fare liste della spesa che siano consapevoli, preparare dei pasti da avere pronti per le emergenze e magari per accogliere qualche ospite a casa.
Dobbiamo conoscere le dinamiche sociali di chi lavora per produrre il cibo, agricoltori e allevatori, per dare un giusto valore quando andiamo a fare la spesa, scegliendo in modo etico e responsabile, questo ci permetterà anche di risparmiare ce ne accorgeremo con il tempo.
Conoscere tecniche di cucina moderne, metodi di cottura, strumenti che garantiscono sia di non rovinare le materie prime e poi che ci facilitano pure la vita.

La Cucina Casalinga ha senso?
Oggi più che mai e i due motivi principali sono il risparmio e la salute che sono connessi fra l’altro.
Cucinare a casa ci permette di risparmiare molto e di mangiare meglio con una qualità superiore.
Ci permette di scegliere, sempre! Ingredienti freschi, nuovi, di ottima qualità e di imparare a gestirne le quantità, senza eccedere e sprecare.
Cucinare è anche un modo per muoversi fisicamente, usare la creatività, conoscere, scoprire e osare.
Cucinare per sé è un modo per volersi bene, prenderci cura di noi stessi e di altre persone.
Tutti Possono Cucinare
Per questo io da quasi dieci anni ho messo in atto questo metodo e insisto in modo continuativo a creare contenuti, eventi, corsi e ricette per la Cucina Casalinga.
Perché credo che dobbiamo ritornare a cucinare a casa se vogliamo stare bene e sopravvivere sia economicamente che socialmente, ma bisogna farlo in modo nuovo, moderno e contemporaneo.
La mia filosofia parte sempre da questa base: ciò che mangi diventa te.
Cucinare a casa è un gesto di amorevolezza verso noi stessi prima di tutto, non è una perdita di tempo e neppure una cosa sorpassata.
In questi dieci anni ho incontrato molte persone, di età diverse, con esperienze diverse, alcune quando le trovo mi dicono che hanno cambiato il modo di vedere il “cucinare”, non è semplice, ma è un passaggio culturale che è necessario e adesso è il momento.
